
CAITTY - Alone
Una voce che vaga alla ricerca delle parole mancanti. Tra il respiro sospeso prima del pianto e lo scricchiolio di una porta che si chiude per l'ultima volta.
Alone, singolo di debutto di Caitty, è un ritratto autentico, e paradossalmente bellissimo, dell'abbandono. Nata tra le scogliere di Margaret River, questa ballata pop cattura l'esalazione di un amore, che lascia solo un "perché" senza risposta.
La produzione minimalista, un piano che echeggia dentro stanze vuote, fa da cornice a una performance vocale che evoca una sensazione di smarrimento, pur rimanendo saldamente ancorata alla speranza di uscire da un labirinto di dolore.
Nelle parole di Caitty, si percepisce la freschezza della ferita ("you were everything, now you're nothing"), da cui sboccia una dolcezza con cui è impossibile non empatizzare. Questo brano ricorda Taylor Swift e Dolly Parton, condividendo l'arte di trasformare un dramma personale in uno specchio d'acqua universale: le promesse infrante che brillano come frammenti di vetri rotti.
Non si tratta di una canzone sul "dopo" ma piuttosto sul "durante", quando l'amaro in bocca è così forte da rovinare qualsiasi gusto. Ma il fatto di essere espresso rappresenta di per sé un barlume di resilienza – come se registrare il pezzo sia un primo passo verso la guarigione.
Alone può essere visto come un diario personale che diventa musica: un debutto che parla tristezza ma sussurra speranza. Per chi ha visto chiudersi una porta e si è chiesto: "e adesso?".