1ST BASE RUNNER - Night Stalker

10.12.2022

Una grande città, alienante ed ostile. Un viaggio di notte in metropolitana che ci porterà nel nostro quartiere, al nostro appartamento, finalmente al sicuro. Le fisionomie degli altri passeggeri ci mostrano diverse tipologie di individui, tutti accomunati da un profondo senso di infelicità che cercano di celare e nascondere in una sorta di cupo isolamento in cui lo sguardo è fisso e diretto alle loro scarpe sporche e consumate.

 Nessuno osa alzare gli occhi perché sa che chiunque lo guardasse in faccia potrebbe benissimo decifrare lo stato di disperazione che pervade quelle anime perse, in cui non è rimasto neanche un briciolo di gioia di vivere e a cui sarebbe sufficiente un unico ulteriore confronto sociale, per infliggere il colpo di grazia definitivo al loro istinto di autoconservazione, portando inevitabilmente a conseguenze irreversibili. 

Le fermate si susseguono ed il vagone si svuota sempre più ad ogni stazione. E' arrivata la tua destinazione e a testa bassa ti incammini verso casa felice di esserci arrivato sano e salvo.

Questo distopico scorcio di vita urbana è stato ispirato dall'ascolto dell'Ep Night Stalker dell'artista texano 1st Base Runner. Il disco, il cui nome rievoca le inquietanti gesta del serial killer Richard Ramirez (definito dalla stampa e dalle autorità The Night Stalker), è costituito da quattro brani che immergono l'ascoltatore nel mondo, influenzato dalla dark wave anni '80, dell'artista americano. 

Un'inquietante viaggio tra sonorità elettroniche cupe che generano uno strano senso di ipnotica desolazione mista a follia.

La canzone In The Neighborhood che apre l'Ep ci accoglie con tastiere e sintetizzatori dal suono malinconico che introducono il cantato, struggente e disperato. L'arrangiamento è minimale, pochi suoni che accompagnano il tappeto di tastiere in cui il basso pulsa lentamente come un cuore prossimo a fermarsi. 


Dark Drive Through The Canyon è uno strumentale molto riflessivo che si sviluppa attraverso un crescendo musicale che irradia il buio circostante di un'inquietante e sinistro bagliore. La title-track del disco sembra essere la follow up del brano iniziale, come a completarne ed ampliarne il senso. Il tappeto musicale si muove sulla stessa velocità dell'apripista ed il basso ha lo stesso moto ossessivo e perpetuo.

La musica che fa da contorno alla sezione ritmica però si differenzia notevolmente spaziando in lidi ancora più oscuri e stranianti come a dare continuità alle liriche della prima traccia.

The Serpent And Space che chiude il disco ha una struttura rarefatta in cui la bassa voce del cantante sembra essere ispirata dal quel tono profondo e malinconico che caratterizzava alcuni brani dei Joy Division.

Gli strumenti quasi dissonanti creano un'atmosfera di instabilità emotiva che riassume questo viaggio allucinato tra i pensieri di una mente tormentata alla perenne ricerca di qualcosa di indefinito che è condannata a non trovare mai.